Che cosa c’è di là del passo? Spesso quello che meno ci si aspetta. A volte ciò che meno si desidera. Eppure chi non ha mai proiettato, di là del passo, un sogno o un desiderio? Il libro si articola in due racconti (“L’aquila dei velsci” e “Come un’eco lontana”), che parlano di confini, guerre, vita, morte e rapporti umani, descrivendo in forma narrativa alcuni periodi in parte poco conosciuti della storia di una regione europea, l’Alto Adige. Nulla è semplice nella Storia, le cui vicende sono sempre legate a storie personali, ad incontri, a sentimenti diffusi; spesso concatenate l’una con l’altra e difficilmente riconducibili in categorie. “L’aquila dei velsci”. Il racconto è ambientato in una cittadina del Tirolo meridionale tra gli ultimi decenni dell’800 e la Grande Guerra. Francesco, il protagonista, giunge da bambino nella città altoatesina con lo zio, proveniente da una valle del Trentino. Qui partecipa all’organizzazione delle società operaie e si inserisce nel tessuto sociale. Nel giugno del 1915, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, viene internato in un campo di prigionia dove stringe amicizia con Hans, una guardia, cui racconta la sua storia. “Come un’eco lontana” si ambienta tra le valli del Veronese, il Trentino e l’Alto Adige. Si ispira alla storia di Leonhard Dallasega, altoatesino, suo malgrado caporalmaggiore delle SS. Il 27 aprile 1945 si rifiuta di partecipare alla fucilazione di un sacerdote e per questo viene a sua volta fucilato presso Ala (TN). Martin, allora giovane soldato, assiste impotente alla scena. Dopo anni di rimozione, il ricordo gli ritorna alla mente con assoluta prepotenza nel giugno del 1961, subito dopo la “Notte dei fuochi”, durante la quale ha luogo una spettacolare serie di attentati dinamitardi.